Capo d'Orlando, il quinto posto non è un miracolo. E se Basile...

Cosa c'è alle spalle della sorpresa della stagione italiana
16.01.2017 14:37 di  Domenico Landolfo   vedi letture
Capo d'Orlando, il quinto posto non è un miracolo. E se Basile...
© foto di Agenzia Liverani

Quando piccole realtà si fondano su passione, duro lavoro e soprattutto cuore, i risultati non tardano mai ad arrivare. Capo d'Orlando ha dovuto ricostruire dalle ceneri, ha puntato su un giovane coach come Gennaro di Carlo e su una generazione di ragazzini terribili che, a distanza di poco stanno dando dividendi notevoli. Sarà perché hanno tradizione di play importanti, Pozzecco non da ultimo, ma trovare giocatori in grado di far girare tutti gli ingranaggi come era stato Boatright l'anno scorso (decisivo per la salvezza paladina) e Fitipaldo quest'anno (artefice di molte della fortune) in una squadra comunque di piccole dimensioni è sicuramente notevole.

Ottenere un cospicuo buyout per il play uruguaiano è magari una perdita nel breve periodo e magari non migliora quel magico quinto posto attuale in classifica, eppure in termini di programmazione fa la differenza, programma le prossime stagioni e fa fare il salto di qualità nel futuro a piedi pari su solide basi. Capo d'Orlando si è costruita sul gioco dei suoi frombolieri, Diener è la vecchia volpe che allena sul campo (attendiamo lo scontro contro Kaukenas, chissà già in coppa) Archie, che in settimana ha subito una pulizia del ginocchio, è un solido lungo cui si affiancano Tepic, Stojanovic e Delas, slavi, agguerriti e grintosi. In attesa di scoprire Ivanovic, e di continuare a vedere i Laquintana esplodere, un Iannuzzi sorprendere e un Nicevic continuare a spiegarla, è arrivato a coprire il vuoto lasciato in regia Ivanovic ex Aek, uno di quelli che hanno fame.

E' questo ciò che fa la differenza rispetto ad altre piazze: tempo per ambientarsi, minuti concessi in un sistema compatto e coeso, nonché soprattutto libertà di esprimere se stessi. Tutto ciò fa pendent con sole e mare spettacolari in cui tutto sembra magico, come il PalaFantozzi illuminato dalle triple di McIntyre - sì, di play ne capiscono - e quelle di Hoover che spingono per la squadra in A1 per la prima volta. Eppure in un clima di sogno, quello dei tifosi, argomentato e alimentato da più voci è il seguente: vedere Gianluca Basile di nuovo allacciare le scarpette e tornare a incendiare il parquet, anche solo per le Final 8. Sarà solo un sogno? Lo scopriremo...