Caserta: eutanasia o lenta agonia? Tante domande senza risposta

La situazione della società campana, esclusa dal prossimo campionato di Serie A
15.07.2017 16:41 di  Domenico Landolfo   vedi letture
Caserta: eutanasia o lenta agonia? Tante domande senza risposta
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© foto di Agenzia Aldo Liverani sas

Un paziente che è malato da tempo, che non ha voglia di curarsi, prima o poi, se continua a curare le ferite solo con i cerotti, finisce col morire. Erano anni che la JuveCaserta continuava a salvarsi con tanti sforzi, con scelte poco discutibili e un circuito di troppi soggetti, Mr Williams o Fortune che sia, che ronzavano illudendo la piazza, in cui alla fine, sempre e comunque Iavazzi aveva “fatto il miracolo”.

Senza voler entrare nel merito di un discorso, già vagliato dalla ComTec che ha analizzato la cosa e, da una posta di bilancio che è essenziale per giudicare una società ( e non come si ritiene errando dal mero Bat esecutivo di Bobby Jones), ha deciso di escludere i bianconeri dalla prossima serie a, quello che vale la pena sottolineare è che un’apparenza negli ultimi giorni si è rivelato quasi esclusivamente uno specchietto per le allodole, dato quello che è emerso.

Non è credibile pensare che non si sapesse ciò che stava succedendo, perché il bilancio lo approva la società, e se si conosce la voce “equivoca” forse la sua autenticazione non sarebbe mai dovuta avvenire. Ancor peggio non è credibile che nel periodo da marzo ad oggi non si sia pensato mai all’eventualità ora prospettata, di un controllo della ComTec che ha fatto saltare il castello in aria, magari anche provando a ridimensionare serie ed aspettative.

La situazione non fa che implementare lo sconforto, perché se è pur vero che aver continuato a vedere la Serie A per tanti anni è stato un privilegio per il pubblico casertano, il baratro di un nuovo 1998 non è più solo una minaccia, con l’impossibilità a quanto sembra di poter ripartire da una serie professionistica. Infatti, se una società come Roma, che però versava in diversa situazione, con la scelta di autoretrocedersi si era salvata titolo sportivo, era scesa di categoria ma aveva mantenuto il suo status, Caserta ora dovrà ripartire necessariamente da una serie non professionistica, o per meglio dire da una a iscrizione volontaristica.

Forse è vero che Iavazzi cercherà in tutti i modi di reggere il timone e ricorrere a tutti i gradi di giudizio per poter venire a capo di questa situazione, arrivando, come aveva espresso negli scorsi giorni, a fare qualsiasi cosa compreso ricorsi inoltrati che bloccheranno il calendario e il campionato, ma il tutto resta una mera opportunità, che potrebbe e probabilmente vedrà la Juve uscire perdente, ma che anche in caso di vittoria sarebbe il flebile tentativo di rianimare un paziente già in morte cerebrale da tempo.

Immobilismo delle istituzioni, consorzio che prima c’è, poi non c’è, cordate fantasma e quant’altro sono lo specchio di una città, l’unica in Campania, in cui il professionismo non è considerato appetibile ed in cui la stessa società calcistica locale, la Casertana, è stata salvata in extremis dopo anni traballanti. Le scelte all’orizzonte non sono rosee e confermano che, nonostante il nome dato ad alcune associazioni, Caserta non è città di basket e forse non lo sarà ancora per un pezzo.

Detto questo, i profili all’orizzonte importano un radicale cambiamento di prospettive. Fallire e poter ripartire, semmai esistesse qualcun altro che voglia e creare e investire in una società cestistica all’ombra della Reggia, dalla categoria che per prima potrebbe offrire un appiglio, a seconda anche delle disponibilità legate all’acquisto di un titolo sportivo: una situazione che potrebbe essere percorribile, anche se in questo caso ci sarebbe il punto su quale struttura usare, visto che l’associazione di Iavazzi si è assicurata la gestione del Palamaggiò per due anni e con una programmazione che al momento non c’è, nonché perché la società cestistica casertana non potrebbe portare il nome JuveCaserta. Sarebbe interessante, ma è solo un’ipotesi. Altra posta sarebbe restare con questa società, esclusa, ripartire da un campionato non professionistico ad iscrizione volontaria, la serie D, con una nuova proprietà, questo sarebbe scontato, ma col peso dei Bat pendenti (e/o presunti) ancora da sostenere. Il gioco vale la candela?