Stranieri, impianti, giovani italiani e Fip: il progetto della Legabasket

Il presidente della Legabasket ha presentato, a Milano, il progetto per il futuro del basket italiano
29.12.2017 12:42 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
Stranieri, impianti, giovani italiani e Fip: il progetto della Legabasket
© foto di Alessia Doniselli

La riforma del basket italiano è uno dei temi caldi del momento per la nostra pallacanestro e tema di tensioni tra la Legabasket e la Fip. Così Egidio Bianchi ha voluto presentare il progetto della Lega, in una conferenza stampa a Milano. Prima di inoltrarsi nel progetto, però, ha parlato della situazione televisiva: “Eurosport Player è una svolta epocale e sta avendo grandissimo successo - ha detto - al di sopra delle aspettative, anche se non possiamo trasmettere i numeri”. Per poi spostarsi sul tema caldo: “E’ necessario un percorso da seguire insieme alla Federazione, siamo pronti ad una discussione che deve però riguardare tutto il progetto”.

Sono vari i temi trattati, questi i tratti principali:

DARE CREDIBILITA’ AL MOVIMENTO
E’ il punto fermo da cui dobbiamo partire. Abbiamo previsto di costituire un gruppo di lavoro per verificare la situazione di ogni singolo club, per costruire un sistema di regole alle quali i club si dovranno adeguare. Tre anni per farle entrare a regime. Analisi e costituzione delle regole quest’anno, poi due anni in cui i club dovranno essere conformi a  queste regole. La valutazione non sarà solo economica/finanziaria, ma anche su struttura organizzativa e procedure interne. Le società dovranno essere virtuose.

SOCIETA’ FRANCHIGIA
Tra una società di A e di A2 ci deve essere partecipazione, con strategie condivise e anche la possibilità di interscambio di giocatori tra le due società, che va ovviamente regolamentato. Se il campionato di A2 diventa un campionato di sviluppo, in quel campionato le società potranno far crescere i propri talenti. 

ELEGGIBILITA’, PREMIALITA’ E SETTORI GIOVANILI
Devono essere tra loro coordinati. L’utilizzo dell’elegibilità è strumentale. Il principio ispiratore di questo sistema è che non sono le regole protezionistiche che ci possono far crescere il minutaggio e l’utilizzo degli italiani. Ma l’introduzione di un sistema, per cui la libertà di tesseramento passa attraverso un esborso finanziario, nella direzione di far giocare gli italiani e stabilendo il principio che chi fa giocare gli italiani risparmia. 

Abbiamo proposto un’articolazione di premialità, sviluppo dei settori giovanile e salary cap per i giovani di serie. Per procedere a questo cambiamento importante, serve avere a disposizione risorse finanziarie, per le quali noi abbiamo presentato una proposta a Petrucci, che preveda una luxury tax e vengano rimesse a disposizione del sistema i NAS (Nuovi Atleti Svincolati) degli atleti non formati. Quest’ultimi sono i 12.500 euro pagati dalle società ad ogni tesseramento. Attraverso questa quota e con la luxury tax per gli stranieri in più, il monte risorse diventa molto significativo, all’incirca tra i 2 /2,5 milioni.

Le risorse verrebbero utilizzati per premialità e settori giovanili, con molte più risorse per chi fa giocare gli italiani ed in particolare chi fa giocare i giovani italiani. Poi questo monte risorse andrà ad aiutare i settori giovanili e premiare chi li fa, con un sistema di ranking. Il salary cap per i giovani di serie prevede che per il completamento della formazione dei giovani tra i 16 ed i 22 anni ci sia un tetto che non si possa superare, in termini di contratto che i giovani possano avere con le società. Un ragazzo va a giocare dove trova più minuti, piuttosto che più denaro. 

LE FORMULE PER GLI STRANIERI
Le formule ora sono 5+5 e 3+4+5 e non può esistere l’abominio dei passaporti, i giocatori stranieri sono stranieri e basta. Questa situazione distorce il mercato e non risolve le questioni. 

Abbiamo proposto inizialmente le formule 5+5 o 7+5 senza vincoli di passaporto, ma secondo noi la formula ideale è un 6+6, lasciando la possibilità ai club di poter tesserare un settimo ed ottavo straniero, con il pagamento di una luxury tax. In questo modo si aumenterebbe il numero degli italiani con la formula base, anche se non sarà un obbligo depositare 12 contratti (resta il 5+5). 

Si era parlato anche di 12 stranieri? La nostra proposizione iniziale era rappresentare un principio, quello che un sistema protezionistico non serve per favorire gli italiani. Con un passaggio ulteriore nell’ultima Assemblea del 18 dicembre, abbiamo rivisitato il principio di eliminazione dei passaporti e, in questa considerazione, le ipotesi sono 7+5 senza limiti di passaporto o il 6+6 (con settimo ed ottavo straniero con luxury tax). 

IMPIANTISTICA
Sono rimasto sorpreso dalle dichiarazioni di Petrucci sui 5.000 posti dai playoff, perché non possiamo che prendere atto di una delibera presentata dal Consiglio Federale nella scorsa primavera. Per noi era un dato di fatto. Questo non significa negare la possibilità di avere deroghe, ma per averle andrebbero concesse solo a progetti di fattibiilità tecnica dichiarata, fattibilità finanziaria e già presentata ai comuni. Ma la Fip non ha dato i criteri di deroga

Comunque, prima della capienza, per noi c’è l’ammodernamento delle strutture. Dobbiamo vendere meglio il nostro prodotto, ci servono palazzi più fruibili e con maggiori servizi, che possano essere utilizzati anche per fare relazione tra il club ed i tifosi. Il problema non si può risolvere da una stagione all’altra o con una norma, serve coinvolgere le istituzioni locali, centrali ed il credito sportivo, con progetti pluriennali. 

IL RAPPORTO CON LA FIP
Alla Lega di A spetta lo sviluppo dei giovani, ma anche uno spettacolo che attragga appassionati e nuovi investitori. Su questi temi vogliamo confrontarsi con la Fip. Inoltre, dobbiamo ridisegnare le rispettive competenze: alla LBA lo sviluppo del basket di vertice, alla FIP lo sviluppo della base.

Ampliamento autonomia Lega? Mi sono mosso subito, dopo questa apertura, abbiamo avuto un incontro con il segretario generale Bertea, per ora abbiamo solo avviato un confronto. Una possibilità è una gestione diretta di arbitri e giustizia sportiva. Potremmo diventare un modello di riferimento anche per gli altri sport. 

Qualche ora dopo la conferenza, è arrivata la risposta (piccata) della Fip, eccola in versione integrale:

A seguito dell’odierna conferenza stampa tenuta dal presidente della Legabasket Serie A Egidio Bianchi, la Fip intende ripercorrere lo sviluppo recente dei rapporti tra la stessa Fip e la Lega.

Innanzitutto giova ricordare come lo Statuto federale preveda che la Legabasket Serie A, che negli ultimi anni ha visto avvicendarsi diversi presidenti e un general manager, agisca solo ed esclusivamente su delega e riconoscimento della Federazione Italiana Pallacanestro. Delega che lo scorso anno per sei mesi, da marzo a settembre 2016, era stata revocata dalla Fip.

Nel 2017, allo scadere della convenzione firmata anni prima dagli allora presidenti Fip-Lega Dino Meneghin e Valentino Renzi, la Federazione su esplicita richiesta della Lega prorogò di un anno l’accordo sull’eleggibilità con la promessa, da parte dell’associazione delle società del massimo campionato, che sarebbe stato presentato un ampio progetto di ristrutturazione della stessa Lega.

Nel mese di giugno 2017 la Legabasket ha presentato uno studio che prevedeva l’ampliamento del campionato di Serie A a 20 squadre con il blocco delle retrocessioni. La Fip, considerato l’alto numero di squadre partecipanti al campionato di A2, ha deliberato che con un piano pluriennale si arrivi a due promozioni e due retrocessioni.

Nel mese di novembre dell’anno ancora in corso, la Legabasket Serie A ha presentato alla Fip un nuovo progetto, che prevede tra le altre cose la possibilità di ingaggiare anche dodici giocatori stranieri dietro il pagamento di una cosiddetta “luxury tax”.

Sempre quest’anno, durante il Consiglio Federale dello scorso aprile, la Fip ha deliberato che le gare dei playoff del campionato in corso siano disputate in impianti con capienza minima di 5.000 posti a sedere, disponendo che tale regola debba essere applicata anche alle gare della regular season nella prossima stagione (2018/2019). Nonostante la Fip abbia ricordato alla Legabasket tale adempimento con una comunicazione ufficiale agli inizi del mese di novembre, nessuna risposta è mai pervenuta sull’argomento da parte della stessa Lega. Al contrario, alcune società (Venezia, Sassari e Trento) hanno preso contatto con la Fip per trovare soluzioni idonee in attesa di poter adempiere alla norma. 

In ultimo, stupisce davvero il nuovo repentino cambio di rotta odierno circa l’impiego di giocatori stranieri (sei con possibilità di passare a otto dietro pagamento di una “luxury tax”). Tale proposta arriva ancora una volta senza un preliminare confronto con la Federazione. 

Nel corso del Consiglio Nazionale CONI dello scorso 19 dicembre, il presidente Fip Giovanni Petrucci ha rimarcato l’eccessivo impiego di giocatori stranieri nel nostro campionato ricevendo dal presidente CONI Giovanni Malagò esplicito impegno di appoggio alla linea federale per la tutela del patrimonio nazionale.

Nel contempo la Fip sta studiando un progetto sull’impiego di giocatori italiani e attività giovanile che nelle prossime settimane verrà portato all’attenzione dell’associazione giocatori e delle altre parti interessate.

La Fip, con rammarico, è però costretta a registrare l’impossibilità di confrontarsi con la Legabasket Serie A su temi più ampi delle contingenze del momento e su un piano che coinvolga in toto il sistema basket.