Atlantico sempre più piccolo: quanti NBA in Europa quest’anno!

“Invasione” di giocatori che lasciano l’america per accasarsi in Europa, e non solo giocatori di livello marginale. Ecco i possibili motivi
04.08.2019 18:00 di Paolo Terrasi Twitter:    vedi letture
Atlantico sempre più piccolo: quanti NBA in Europa quest’anno!

Spesso, si parla metaforicamente di un oceano Atlantico sempre più stretto per via del sempre crescente numero di giocatori che, una volta affermatisi in Europa, varcano le colonne d’Ercole per giocare in NBA, con risultati sempre migliori. I premi individuali della scorsa stagione sono un esempio eclatante, con MVP, Rookie, MIP e Miglior difensore andati a giocatori stranieri, tutti europei ad eccezione di Siakam, incluso lo storico MVP Antetokoumpo. Ma questa estate, la tendenza inversa si è confermata, con un numero importante di giocatori che dalla NBA si sono trasferiti direttamente nel vecchio continente. 

Nulla di nuovo, per carità, ma la mole di giocatori ed il livello degli stessi sono degni di nota. Oltre alle solite “comparse” NBA che cercano maggiore spazio e soldi in Eurolega (come Loyd a Valencia, Baker al CSKA, Baldwin all’Oly, Cavanaugh all’Alba e Bertans al Khimki), abbiamo giocatori di notevole caratura, di rotazione e con un passato importante nella lega di Adam Silver che competeranno nella competizione con la grande E arancione. Tre di loro contano più di 600 gare nella association (Monroe, al Bayern Monaco; Wesley Johnson, al Panathinaikos; Jonas Jerebko, al Khimki), altri contano un passato meno massiccio ma comunque importante, come Koufos (CSKA), Mack (Milano) Abrines e sopratutto Mirotic (Barcellona), che ha rinunciato ad oltre 50 milioni in NBA per tornare a casa per motivi familiari. Altri magari hanno avuto sfortuna in NBA, ma le chance di guadagnarsi un contratto oltreoceano le potevano avere eccome, come Teodosic (Virtus), Fredette (Panathinaikos), Mozgov (Khimki), e Dekker (Kuban).

Ma tutto ciò trova motivazioni che non stanno soltanto nei maggiori introiti (e conseguenti spese) dei club europei e nel maggior livello tecnico, ma anche nei problemi della concorrenza. La Cina, da sempre terra promessa per gli ex NBA, ha riformato i suoi contratti, permettendo il taglio degli accordi coi giocatori stranieri dopo pochi mesi. Una maggior copertura per i club che si traduce in minor sicurezza per i giocatori, che ai tanti soldi facili dell’oriente possono preferire magari introiti minori ma assicurati, anche dal punto di vista sportivo, garantiti dal basket europeo.