Il 'Celtics pride' ed un “genio” in panchina: Boston continua a sognare

La squadra di Stevens ad un passo dalla finale di conference, nonostante le assenze pesantissime
06.05.2018 18:44 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
Il 'Celtics pride' ed un “genio” in panchina: Boston continua a sognare
© foto di Twitter Celtics

Hayward fuori dopo cinque minuti della stagione, Irving out nei playoff ed un’altra serie di problemi fisici: molti analisti, al via della post-season, pensavano che i Boston Celtics avrebbero fatto fatica a superare il primo turno. Le assenze sono effettivamente pesanti, ma i biancoverdi hanno fatto loro il manifesto della squadra del New England, quel ‘Celtics pride’ in cui c’è davvero l’orgoglio di indossare la maglia di una squadra storica dell’NBA e di lasciare sul parquet ogni stilla d’energia, credendoci sempre, per provare a portare a casa la vittoria ed andare oltre i propri limiti.

Ora sono ad un passo dalla finale di conference e ad una vittoria da un clamoroso sweep sui tanto celebrati Philadelphia 76ers, con il loro ‘process’. Ma quando butti incredibilmente via tre palloni nei possessi decisivi della partita, è normale venir puniti: Belinelli li ha salvati una volta, ma nulla ha potuto tirando da quasi centrocampo, pur non andando lontano da un vero e proprio miracolo. Soprattutto se dall’altra parte c’è un fuoriclasse in panchina, un “genio” per dirla alla Horford, quel Brad Stevens di cui si parla sempre troppo poco, ma in grado spesso e volentieri di fare la chiamata giusta al momento giusto. Come è accaduto la scorsa notte, almeno per in un paio di occasioni.

Ha chiamato due volte timeout per disegnare il gioco nel supplementare: prima è arrivato il layup di Jaylen Brown per il pareggio a 24” dalla sirena, poi il canestro decisivo dello stesso Al Horford per conquistare la vittoria ed il 3-0 nella serie. Entrambi sfruttando i problemi difensivi degli avversari. Ora manca l’ultimo passo a Boston, per volare in un’insperata finale di conference e vivere quella sfida contro LeBron James ed i Cleveland Cavs, di cui si parlava all’alba della stagione, prima dei problemi di entrambe le squadre. Ma, nei playoff, le gerarchie sono state ristabilite.