Richard Jefferson racconta il LeBron James leader

L'ex giocatore dei Nets apre al pubblico alcuni retroscena su LeBron fuori dal campo.
18.06.2016 18:13 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
Richard Jefferson racconta il LeBron James leader

E’ sicuramente l’uomo del momento e lo sarà da qui sino alla gara 7 della Oracle Arena. Nel caso dovesse vincere lo sarebbe ancora per quest’estate e anche molti anni a venire. Ovviamente parliamo di LeBron James che sta guidando i suoi da condottiero in campo sino alla terra promessa e, come abbiamo già analizzato nelle cifre, sta sostanzialmente dominando la serie, facendo rimangiare a tutti l’idea di chi sia il più forte giocatore della lega.

Quello che molti hanno imputato a LeBron è di non essere stato leader nel modo giusto…o perlomeno non sempre.
Prima della fine della regular season la sua gestione psicologica della squadra ha destato più di un sospetto con attacchi piuttosto aperti alle altre due stelle della squadra e anche qualche tweet molto criptico che aveva fatto pensare a qualche incrinatura nel suo rapporto con ambiente e compagni principali. Quando andò ad allenarsi con Dwyane Wade a Miami durante una pausa dalle ultime partite di regular season e quando disse che si sarebbe ridotto lo stipendio pur di giocare con i suoi amici Wade, Paul e Anthony facendo una specie di super team, aveva lasciato più perplessi che persuasi.
I compagni come Irving e Love hanno risposto molto bene a queste provocazioni dominando in maniera netta e incontrovertibile i playoffs dell’Est, ma ci fu un ulteriore momento importante che cementò il rapporto tra il condottiero James e i suoi scudieri.

Il racconto arriva da Richard Jefferson tramite un bellissimo articolo su www.playerstribune.com che racconta molto bene come la squadra si sia riunita e compattata dopo il termine della regular season.
LeBron ha indetto una cena a casa sua prima dell’inizio della serie contro i Pistons con il fine di creare quella sinergia necessaria per arrivare fino in fondo. Ad un certo punto della cena si è alzato in piedi, ha guardato uno per uno negli occhi indicandolo direttamente e porgendogli un piccolo regalo: “Nulla d’importante, ma non dirò cosa -dice Jefferson- perché riguarda solo noi”.
Dopo il regalo ha dedicato a ognuno una frase e poi un discorso generale d’ispirazione per la corsa verso il titolo, dicendo che ogni singolo giocatore sarebbe stato responsabile per un pezzo di titolo nel caso lo avessero vinto e che ognuno doveva essere sempre al massimo per poter aiutare la squadra.
Questo ha instillato in ognuno grande sicurezza e forza, come racconta RJ e ha permesso di arrivare sino a una gara sette di finale.
Un altro evento che ha caratterizzato il rapporto tra LeBron e Richard è avvenuto dopo la vittoria contro i Toronto Raptors e la conquista della finale. Sul pullman James vede Jefferson piuttosto preoccupato e capendo bene il timore già in quel momento del compagno gli dice: “Siamo in finale. Ci siamo arrivati con le nostre forze e faremo di tutto per vincere, ma non deve essere un’ossessione. So che hai giocato due finali e le hai perse, ma noi ora siamo di nuovo qui pe giocarcela”.
Sono piccole, ma grandi cose che rendono LeBron uno dei più amati da qualsiasi compagno abbia avuto.