Portaluppi racconta il mercato: "Ecco come è nata la nuova EA7"

L’acquisto di Ricky Hickman ha chiuso la campagna acquisti estiva dell’Olimpia Milano, come confermato anche ufficialmente dal club. Un mercato di livello europeo, con sette conferme e sette nuovi arrivi, con l’obiettivo di fare strada in Eurolega, oltre che ripetersi in campionato. Ne abbiamo parlato con l’uomo mercato biancorosso, il gm Flavio Portaluppi, che ha raccontato a Basketissimo come stata creata la nuova EA7-Emporio Armani.
Come è nata la nuova Olimpia?
“Siamo partiti da uno zoccolo duro dei giocatori che avevano fatto bene la passata stagione ed avevano portato due trofei importanti in bacheca. Sulla base di questo abbiamo ragionato, cercando di incrementare le possibilità di una squadra che si era espressa ad alti livelli in Italia, ma aveva un po' sofferto in Europa. Alcuni giocatori inseriti nel corso della scorsa stagione, avevano già alzato il tasso della squadra ed abbiamo aggiunto gli uomini che crediamo possano essere utili a questo progetto”.
Il mercato è partito con gli italiani e gli arrivi di Pascolo, Abass e Fontecchio
“L’anno scorso avevamo nove stranieri ma il momento in cui siamo andati un po’ in affanno è arrivato quando i nostri giocatori italiani di riferimento erano infortunati, trovandoci vincolati a rotazioni risicate, per la possibilità di schierare solo sette stranieri in Italia. Abbiamo pensato a giocatori con potenziale di crescita, ma che avevano già dimostrato qualcosa: Pascolo è stato votato nel miglior quintetto di Eurocup, Abass ha giocato un campionato da protagonista, poi è capitata l’occasione di Fontecchio. Aveva un buy-out importante a Bologna, ma con la retrocessione della Virtus si è trovato ad essere svincolato. A questi abbiamo aggiunto La Torre, già sotto contratto e l’anno scorso andato a Biella per crescere”.
E’ rimasto capitan Gentile, nonostante sembrasse in partenza, nei giorni successivi la vittoria dello scudetto. La decisione è arrivata solo il 10 luglio, a scadenza della clausola di uscita, ha condizionato il mercato?
“Io mi auguro che Alessandro possa essere il miglior acquisto della stagione 2016/17. Non perché non abbia portato il suo contributo nella passata stagione, ma purtroppo è stato falcidiato da una serie di infortuni, che hanno ridotto la possibilità di utilizzarlo. Purtroppo la Nazionale non si è qualificata alle Olimpiadi, ma in questo modo ha avuto la possibilità di prendersi una giusta pausa in estate, cosa che gli mancava da un po’ di anni. Tornerà con grande determinazione e sarà sicuramente un giocatore di riferimento. Sicuramente la possibilità di andare in NBA e la sua acclarata volontà di sondare questo mercato, ci ha tenuto sul chi vive per un po’, ma non ha condizionato le scelte”.
Un’altra mossa fatta ad inizio luglio è stato il rinnovo di Kruno Simon
“L’anno scorso, soprattutto nella seconda parte di stagione, dopo aver trovato il giusto ambientamento, non solo nel nostro gioco, ma nello stile di vita italiano e milanese, è stato forse il giocatore più talentoso visto negli ultimi anni a Milano. Ha dato un grosso contributo per ottenere gli obiettivi e, quindi, sembrava giusto e logico, ragionare e lavorare per togliere quella clausola che c’era sul contratto”
Restando sugli esterni, sono arrivati Dragic e Hickman. Cosa possono dare?
“Avevamo la necessità di prendere giocatori di esperienza, che conoscessero bene l’Eurolega: questa accoppiata ci dà questa competenza a livello di vissuto ed anche la possibilità di essere due punti di riferimento importante per i giovani, magari non a livello vocale ed emotivo, ma con la loro capacità di lavorare in allenamento e con l’atteggiamento. Zoran è un giocatore che ama giocare molto aggressivo in difesa, correre lungo il campo ed ha molto dinamismo”.
A proposto di esperienza, sotto canestro è arrivato Miroslav Raduljica. Il ‘centrone’ che mancava da tempo a Milano, se non nella parte finale della scorsa annata con Batista
“Esteban ci ha portato una nuova dimensione, che prima avevamo solo parzialmente. Abbiamo pensato che Miroslav abbia qualcosa in più a livello di centimetri e di dinamismo e sia un pochino più completo. Ci mancava un po’ di presenza in area nelle passate stagioni, l’opportunità di poter firmare un giocatore con questo vissuto e con questo tipo di caratteristiche, ci ha intrigato. Abbiamo seguito questa pista e siamo riusciti a portare a casa un giocatore che potrà essere determinante per il nostro sistema”.
Tra le piccole critiche portate al mercato, c’è l’assenza di un secondo lungo di peso, in caso Raduljica non sia disponibile o in campo. Cosa ha portato a questa scelta?
“Nel momento in cui Raduljica non dovesse essere in campo, la nostra pallacanestro sarà ancor più dinamica, ancor meno convenzionale rispetto a quella che si gioca normalmente in Eurolega. Questo concetto è ancora più spinto dall’aver tenuto nel roster Sanders ed avendo, nel ruolo di ala, dei giocatori che hanno tutti dei buoni centimetri. Magari manchiamo un po’ di chili, ma abbiamo dinamismo. Delle volte, quando per scelta o possibilità di mercato, non sei in grado di mettere in campo dei giocatori fisici, è giusto provare delle strade diverse per provare a mettere in difficoltà gli avversari. Può essere un problema o un grande vantaggio. Non è una scelta convenzionale, vedremo cosa dirà il campo”.
Tra i lunghi si è parlato spesso di Andrea Bargnani, due giorni fa finito in Spagna al Baskonia. Quanto è stato realmente vicino all’Olimpia?
“Ci sono stati degli abboccamenti, che non si sono concretizzati. Andrea ha fatto una scelta importante già l’anno scorso, quando, dopo aver lasciato l'NBA e venendo in Europa, ha deciso di lavorare individualmente, al posto di trovare una situazione in club, anche se l’avevano cercato società importanti. Ora ha fatto un’altra scelta importante, firmando con il Baskonia. Gli auguriamo di poter affrontare la nuova avventura con successo, per quanto ci riguarda siamo assolutamente contenti del nostro pacchetto italiani”.
Tra i tifosi, la partenza più dolorosa è stata quella di Bruno Cerella. Cosa vi ha spinti alla separazione?
“Non è stato facile. E’ stata una valutazione complicata: Bruno, oltre allo stretto legame con il pubblico, è un giocatore che ha dato moltissimo in queste stagioni all’Olimpia, dando un contributo importante dentro e fuori dal campo, in spogliatoio e facendo anche recuperi miracolosi, come in Coppa Italia. Gli incastri, per come si è sviluppato il mercato, e la possibilità di prendere giocatori italiani giovani, con prospettive future, ci hanno portato a raggiungere il numero di italiani necessario e non ce la siamo sentiti di passare al 5+5 o alla formula con cinque stranieri e sette italiani”.
Ripetersi in Italia è un imperativo, la vera curiosità della prossima stagione sarà l’Eurolega. Dove potrà arrivare questa Olimpia?
“La curiosità è di tanti e anche nostra, per questa formula completamente rinnovata. Potremo affrontare tutte le squadre, vedere a Milano dai campioni d’Europa del Cska in giù, e ridurre il numero di squadre a 16 ha aumentato la qualità, ma chiaramente nasconde delle insidie. Quella dell’anno scorso era una formula provata e teneva alta la tensione con le Top 16 e la possibilità di andare in Eurocup per le eliminate, mentre quest’anno l’incognita più grande è vedere quanto riusciremo a tenere alta la tensione su questa competizione. Il rischio è non partire bene e poi trovarsi troppo staccati dalle posizioni che contano. E’ evidente che se, come nelle nostre possibilità, ci troveremo per tutta la stagione a lottare per entrare nei playoff, questo problema non si materializzerà”.