Il Barça in difficoltà: basteranno Faverani e White per risalire?

I catalani hanno un record di 7-10 in Eurolega e sono staccati dalla zona playoff
15.01.2017 16:29 di  Domenico Landolfo   vedi letture
Okaro White
Okaro White
© foto di Agenzia Liverani

Barcellona è una città di artisti e di giochi eccentrici, sempre fuori dagli schemi, in cui nulla è come sembra e tutto invece si riduce a una serie infinita di cause ed effetti che generano guai. Cambia lo storico allenatore, viene preso Bartzokas ad un prezzo fuori mercato e ne nasce una squadra con una batteria di esterni forse anche troppo folta, che si sposa ad un pacchetto lunghi che, venuto per qualche tempo meno il buon vecchio Tomic, appare deficitario. Risultato? Record anonimo di 7-10 nei bassifondi della classifica, peggior attacco, miglior difesa visti i pochi scarti e possessi, nonché tanti testa a testa finiti male con le decisioni del singolo a farsi largo sul gruppo.

Non bisogna cercare un responsabile, eppure se le cose migliorano quando rientrano a timonare la barca Juan Carlos Navarro in regia e Ante Tomic sotto i tabelloni, ciò si può spiegare solo con quel senso di appartenenza che viene portato alla causa. E' questo quel quid in più che ti fa essere un riferimento, per i compagni ma anche e soprattutto per i tifosi, che nonostante il periodaccio non han mai smesso di far sentire la propria voce. Dopo l'ennesimo finale punto a punto, stavolta contro la corazzata Olympiakos, perso ovviamente, si è deciso di cambiare, ancora una volta, proprio quando nuovi equilibri e gerarchie stavano difficilmente formandosi: ecco che dal Murcia viene preso Vitor Faverani, ex Celtics, lungo versatile e dalla grande personalità, che arriva insieme ad Okaro White, che stava dominando nella Nbdl (di cui abbiamo parlato giusto qualche giorno fa) in maglia Sioux Falls Skyforce, affialiata dei Miami Heat, con cui viaggiava a 19 con 8 rimbalzi per allacciata di scarpe.

Due giocatori così diversi, presi insieme a distanza di meno di 24 ore. Il primo con una grande ed eclettica attitudine sul campo da gioco, estroverso, talento certe volte da tenere al guinzaglio, preso insieme al secondo, che alla Virtus Bologna nella serie A ha mostrato di essere quel lungo essenziale, da cose semplici, quasi come quello che chiedeva Don Haskins ai suoi Miners. Saranno gli acquisti a fare la differenza? O forse il problema era altrove? Riuscirà il coach ellenico a venire a capo di una polveriera in cui tante primedonne cercano il posto sulla pista da ballo? Le domande si sprecano, i dubbi restano, per un Barcellona che, persi i suoi play Hezonja e Satoranski negli ultimi anni, volati in Nba con mediocri fortune, ha puntato tanto su Rice, che serve tanti assist, ma mangia e anche troppo il pallone ed i secondi. Spesso capita di vedere frammenti del basket pulito di Xavi Pascual, fatto di pick and roll o di ritmo nella circolazione, non a caso quei parziali erano positivi. Cambiare tutto non è sempre una scelta facile né la migliore, solo le prossime gare potranno dirci se questo è solo un cerotto su una ferita di guerra o la miracolosa cura per il "Barça che fu".