Golden State Warriors preview: nessuno può fermarli

E' anche difficile analizzare cosa potrebbe andare o meno in un simile superteam.
24.10.2016 07:50 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
Golden State Warriors preview: nessuno può fermarli
© foto di Twitter Warriors

Entrare nella storia quando sembrava impossibile vincendo 73 partite in una stagione regolare che, con il livello fisico di oggi, è pura leggenda, arrivare in finale dopo infortuni della stella, rimonte da 1-3 al grido di 73 wins mean nothing without a ring arrivando a una sola vittoria dalla leggenda imperitura per capitolare all’ultimo secondo.

Questa sconfitta ha innescato la ricerca di portarsi a casa uno dei tre migliori giocatori della lega, con uno degli altri due già presenti.
L’arrivo di Kevin Durant ai Warriors delinea una delle più incredibili corazzate mai viste nella storia della Lega. L’innalzamento del cap, la Free Agency di un top 3 player pagabile con il massimo senza intaccare il proprio nucleo e aggiungerlo a un gruppo che ha vinto 73 partite la scorsa stagione sembra quasi antisportivo, ma è ciò che saranno i Warriors quest’anno.
Sono passati in un’estate dall’essere la squadra tifata dai non tifosi a quella più odiata e attesa al varco. Kevin Durant, il giocatore delle folle, è diventato il più bersagliato giocatore della lega per una scelta che non giova alla sua reputazione, se ci aggiungiamo la classe di Klay Thompson e il carattere fumante di Draymond Green abbiamo quattro All-Star/primi trenta giocatori della lega, nella stessa squadra.
Difficile pensare, al momento, che qualcosa possa mettersi di traverso tra la vittoria finale e la squadra di Kerr. La speranza di tutti è che succeda qualcosa d’imponderabile per rendere la stagione perlomeno interessante e non già scritta nella pietra, perché uno squilibrio così netto tra le due potenze di conference e il resto del mondo è davvero preoccupante.
Tolti Harrison Barnes e Andrew Bogut al gruppo delle meraviglie, arriva Kevin Durant con Zaza Pachulia in centro (che poi se c’era Marcelo Damiao probabilmente era la stessa cosa). La panchina è rimasta piuttosto intatta e Steve Kerr è ancora in sella a una moto che va al doppio delle avversarie.
E’ vero, non c’è più Luke Walton come assistente, ma probabilmente quest’anno servirà ben poca tattica e relativi disegni sulla lavagnetta, quanto un lavoro psicologicamente sartoriale da parte di Kerr nel tenere unito un gruppo che ha in Green un potenziale detonatore.
Che Durant, Thompson e Curry possano coesistere senza spararsi alle spalle sembra quasi una formalità, ma se vogliamo sperare tutti come tifosi che questa stagione diventi interessante, dobbiamo confidare nella pazzia di MoneyGreen, altrimenti la stagione sembra già sepolta il 24 di ottobre e la legga tutto vuole tranne che dare questa percezione.