Josh Smith a Houston. Cosa potrà dare (o togliere)?

Dopo essere stato tagliato quasi a sorpresa dai Detroit Pistons abbiamo provato a spiegarvi i motivi tecnici che hanno spinto Van Gundy a questa mossa. Ora che Smith era libero da contratti serviva qualcuno che avesse il coraggio di compiere la mossa di prendere un veterano in evidente declino fisico e tecnico.
I Rockets e Kevin McHale hanno azzardato questa scelta prendendosi un rischio non da poco, anche se al momento l'emergenza di giocatori sani può aver accelerato il convincimento sulla firma dell'ex Piston. A fargli posto nel roster è stato Tariq Black che aveva dimostrato ottime cose nell'ultimo periodo e che ora ha diverse squadre che lo cercano per tappare un buco sotto canestro.
Smith è un giocatore molto peggiore rispetto ai suoi anni ad Atlanta, dove all'interno dell'area era una vera e propria furia, infatti tirava con il 74% rispetto al 54% odierno e soprattutto ha dovuto vedere il suo atletismo drasticamente calare come tesimoniano le sole 10 schiacciate realizzate in questa stagione contro le 123 di due anni or sono.
Offensivamente nel sistema degli Houston Rockets non gli sarà richiesto un quantitativo di responsabilità particolari, soprattuto quando ci sarà anche Howard, ma dovrà di essere un facilitatore del gioco e un'arma pericolosa magari nella costruzione e in alcune situazioni di quintetto particolari sfruttando la sua stazza contro avversari meno fisici.
In difesa può essere molto utile per sporcare qualche linea di passaggio e soprattutto farsi valere a rimbalzo, anche se la sua incisività passa da un'ottimo apporto quando gioca in ala piccola, a un problematico rendimento quando è impiegato nel pitturato.
Se guardiamo a come si potrebbe inserire nell'alchimia di Houston è davvero impossibile non definirlo un rischio calcolato per McHale. Smith è un giocatore condizionante per le sue caratteristiche troppo marcate, essendo un potenziale mismatch semovente da ala piccola se solo avesse un barlume di tiro perimetrale. Senza pericolosità al tiro diventa un giocatore che deve ricevere in specifiche e uniche posizioni del campo, dovendo essere inserito in quintetti di ottimi tiratori per avere il campo più aperto possibile. Inoltre a livello umano deve inserirsi in un gruppo consolidato e solido per poter essere un addizione e non una sottrazione. I Rockets sono una squadra particolare che ha reso molto bene nonostante le enormi difficoltà di infortuni, ma non sembra esattamente un gruppo solido e radicato con personalità particolari come Harden, Beverly e Howard.
E' difficile pensare a Smith come una pesca che possa proiettare i texani al titolo, quanto è più probabile pensare che potrebbe essere un problema in più da risolvere per McHale.
Il campo darà la sua sentenza anche se un giocatore sano, al momento, è manna dal cielo per i texani.