La frustata di Pianigiani e le scelte: è l'ora della verità in casa Olimpia

La sconfitta di Varese ha cancellato i buoni spunti di inizio anno
30.01.2018 13:08 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
La frustata di Pianigiani e le scelte: è l'ora della verità in casa Olimpia
© foto di Alessia Doniselli

Il doppio colpo europeo ed il ritorno in vetta alla classifica avevano illuso. L’Olimpia Milano sembrava in crescita, questa volta effettiva e non solo con qualche lampo sporadico. Le gare con Maccabi e Varese hanno fatto fare un deciso passo indietro ai biancorossi, prima di tutto dal punto di vista difensivo: i 111 punti subiti dal Maccabi hanno reso inutile l’ottima prova balistica, le conclusioni aperte lasciate soprattutto ad Avramovic e Wells sono costate la sconfitta nel derby, oltre alle percentuali “imbarazzanti”. Niente da fare, la parola continuità è sempre sconosciuta.

E, dopo aver difeso sempre e comunque la squadra, è arrivata la sfuriata di Pianigiani in sala stampa, dopo averla fatta negli spogliatoi (come chiarito dallo stesso coach). Un cambio di rotta deciso, probabilmente per provare a dare quella scossa, sinora arrivata solo sporadicamente. Come reagiranno i giocatori? Un anno fa l’atto di accusa firmato Repesa fu il primo tassello della rottura dei rapporti con la squadra, per arrivare al disastro finale, ma ora sono stati utilizzati toni e parole molto diverse, seppur con uno scopo finale probabilmente simile. Dei concetti condivisibili da parte del tecnico toscano ed arrivati in un momento diverso, cioè dopo 5 mesi di stagione ed una brutta sconfitta.  

Tuttavia, se arrivati ad oltre metà annata, ci sono questi problemi, delle colpe sono da dare anche a chi siede in panchina. L’utilizzo di Pascolo e Abass in campionato, in particolare, è abbastanza difficile da comprendere, forse anche per gli stessi giocatori. Non dipendono da loro le fortune dell’Armani, certamente, ma un contributo più sostanzioso potrebbe arrivare, anche per provare a sopperire a giornate difficili di altri giocatori. Così come l’adeguarsi al gioco di Varese, continuando a tirare (seppur spesso liberi) dall’arco e non cercando altre soluzioni. Per tutti, dal primo all’ultimo tesserato, il tempo degli alibi è finito. O si svolta, oppure i rischi sono ben noti...

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