Un campanello d'allarme per Milano e quei problemi nello spot "4"

Qualche riflessione, dopo il brutto ko di Tel Aviv
03.11.2017 13:03 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
Un campanello d'allarme per Milano e quei problemi nello spot "4"
© foto di Twitter Maccabi

Perdere a Sassari ed a Tel Aviv non è certo un disonore, sono due campi difficili su cui sono cadute o cadranno la maggior parte delle squadre, ma il modo in cui sono arrivate le sconfitte fa un po’ riflettere. Nell’analisi post Dinamo, parlavamo di stanchezza e rotazioni ridotte, elementi meno validi in questa occasione: sono passati quattro giorni dalla precedente gara (seppur con viaggio incluso, ma questa ormai è la normalità) e sono stati aggiunti tre giocatori rispetto a domenica scorsa. Goudelock non era al meglio, ma Kalnietis e Tarczewski non avevano avuto problemi.

Tuttavia, il copione è stato piuttosto simile all’ultima gara di campionato: l’AX Armani Exchange è rimasta in partita in avvio, per poi crollare alla prima vera folata dei padroni di casa. Un primo piccolo campanello d’allarme per i biancorossi, che sembra stiano facendo piuttosto fatica a sopportare i ritmi forsennati del doppio impegno, soprattutto in alcuni elementi chiave, come un Theodore alla prima esperienza in questa competizione. Ma questo sarà il ritmo di tutto l’anno e per l’Olimpia servirà adeguarsi molto in fretta. Già a metà novembre, ci sarà un altro doppio turno.

Ieri la squadra di Pianigiani è stata travolta a rimbalzo dall’atletismo del Maccabi, un problema d’attualità dall’inizio dell’anno, aspettando Patric Young (ma prima del periodo natalizio non tornerà). Lo spot di numero 4 è quello dove i biancorossi stanno soffrendo moltissimo: Amath M’Baye paga lo scotto del noviziato a questi livelli, Davide Pascolo sta rientrando ora dall’infortunio e Cory Jefferson non mostra segni di miglioramento nell’integrazione. Siamo a novembre ed è comprensibile ancora un po’ di attesa, prima eventualmente di intervenire sul mercato, ma senza esagerare. Lo scorso anno con i tentennamenti su Miroslav Raduljica, che qualche segnale seppur molto raro aveva dato, è stata giocata una parte di stagione. E dagli errori si può (anzi, si deve) imparare.

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