Per non parlare di arbitri serve maggiore qualità

I fischietti hanno offerto diversi spunti e motivazioni sulla loro scarsa qualità di gestione in questa stagione e in questi playoffs sono arrivati all'apice.
03.06.2015 19:33 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
Per non parlare di arbitri serve maggiore qualità
© foto di Alessia Doniselli

Prima di cominciare la discussione liberiamo il campo da ogni dubbio: non si parla nè di tifosi, nè di malafede, nè di squadre che vincono o perdono per cospirazioni o decisioni a tavolino. 

Ben chiarito questo punto bisogna andare ad analizzare ed enfatizzare una classe arbitrale che, per demeriti propri e scarsa protezione di chi li mette in campo, sta fornendo una stagione a dir poco drammatica. 
I fischietti durante questi playoffs hanno inanellato topiche clamorose, non ultima la clamorosa gestione del deliberato pugno di Edgar Sosa a Bruno Cerella. L'arbitro, con la scena a un centimetro dagli occhi, ha deciso di sanzionare questo gesto con un fallo antisportivo e non con la cacciata del giocatore. Già, proprio il fallo antisportivo, ovvero tutto quello che non andrebbe inserito come regola. 
Gli arbitri sono chiamati a far rispettare il regolamento che, in quanto tale, non deve essere discrezionale ma semplicemente un postulato chiaro, conciso dove non c'è spazio per i grigi: solo bianco o nero.
In questa situazione si richiede al direttore di gara, quindi umano pensante e con le proprie predisposizioni, di prendere una decisione che ha nella discrezionalità la propria base. Il contatto era da ultimo uomo? Era eccessivo? Era per giocare la palla o per far male? Per giocare la palla s'intende anche un fallo tattico ben mascherato?
Tutte domande a cui ogni essere dotato d'intelletto vi risponderà in modo diverso vedendo la singola situazione. E allora perchè la stessa azione due minuti prima è antisportivo e due minuti dopo no? Perchè prima lo fischia un arbitro con la sua propensione mentale, dopo lo fischia un altro che se ne porta in dote una diametralmente opposta e con questa non si può appellare a qualcosa da far rispettare e non giudicare.

E' anche il metro all'interno della singola partita che fa perdere la testa a giocatori e tifosi. Per rimanere nella serie tra Milano e Sassari, in gara 1 è stato fischiato il primo fallo a Logan solo perchè ha appoggiato l'avambraccio su Gentile in post basso. Questo è il metro? Nessun contatto è concesso? Siamo nei playoffs, non sarebbe giusto, ma il giocatore capisce che è così e sta a lui essere intelligente e adeguarsi. Solamente che con l'andare del match i contatti aumentano, i falli diminuiscono e alcuni fischi vengono presi da arbitri fuori posizione. Il risultato è una partita ingovernabile, ingiocabile e inapprezzabile per chi la guarda. E' evidente inoltre che la preparazione tecnica media degli arbitri italiana sia approssimativa, perchè si sono visti errori di valutazione marchiani (cosa succede se il pallone scavalca la struttura del canestro?) o regole del tutto ignorate (vedi il famoso semicerchio dello sfondamento che ormai non viene nemmeno più considerato), salvo poi cavillare, con tecnici a ripetizione verso giocatori che parlano con il proprio allenatore (Melli la scorsa stagione) o falli nei quali in due si buttano onestamente su una palla vagante (Sanders contro Hackett in gara 2).

In un certo senso comprendo la richiesta di Ress nel parlare meno degli arbitri e pensare maggiormente a giocare ed è insindacabile che una vittoria all'interno di una serie a 5 o 7 partite non possa essere MAI legata a una o più scelte arbitrali, ma è altrettanto sicuro che come un giocatore o un dirigente viene criticato da chi paga il biglietto (o gli stipendi) è NECESSARIO che anche chi dirige le partite sia soggetto a critiche e debba essere oggetto di analisi volte a migliorare la qualità.
Il discorso di far dirigere le partite tranquillamente agli arbitri mi lascia sempre piuttosto perplesso. Il miglior modo per metterli in condizione di lavorare bene è di abolire ogni regola discrezionale, riducendo al minimo la possibilità d'interpretazione. Da quel momento ogni decisione sarà oggettiva e servirà innazitutto una preparazione tecnica adeguata per potersi prendere la responsabilità di fischi e decisioni. Serve una linea guida unica per tutti che vada dalla prima palla a due all'azata di trofeo finale e soprattutto un rispetto delle regole che siano tali e non che le squalifiche (vedi Gentile dopo gara 1), vengano derubricate in multe.