Gli awards del primo mese di regular season

Le sorprese e le delusioni di quest'inizio di stagione, tralasciando ovviamente i Warriors.
28.11.2015 20:14 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
Gli awards del primo mese di regular season
© foto di Liverani

In questo inizio di stagione ci sono stati già i primi spunti interessanti che possono dare indicazioni per il prossimo futuro e si può già cominciare a stilare qualche premio del primo mese.
Ovviamente le graduatorie sono assolutamente influenzate dalla presenza dei Warriors che, per questo motivo, lasceremo fuori dai nostri awards.

Squadra sorpresa: Indiana Pacers. La squadra coach Vogel non era minimamente pronosticata come una delle forza a Est, dopo aver perso diversi giocatori in estate e aver cambiato pelle così radicalmente. La presenza di Paul George da quattro sembrava dover essere metabolizzata con maggior tempo e invece la squadra si è subito trovata, ha costruito un’ossatura e sta producendo molto sopra le aspettative, confermando una volta di più quanto la deriva del gioco porti ad allargare il campo e ad avere uno spacing e un ritmo molto più alto rispetto al passato.

Squadra delusione: Houston Rockets. Oltre ad aver fatto fuori coach McHale perché reo di non aver più in mano la squadra, ha continuato a produrre prestazioni deficitarie, confermando che la scorsa stagione è stato più un’allinearsi degli astri che un effettivo inizio di un progetto d'alto livello. Harden ha iniziato con le marce basse, poi ha sistemato un po’ le sue cifre, ma la squadra ha continuato a essere poco produttiva e gli aspetti che ne avevano caratterizzato i successi della scorsa stagione come la difesa e il tiro da tre sono andati letteralmente a sud.

 

Giocatore rivelazione: Paul George. A 13 mesi dall’operazione alla gamba e dopo un anno di sostanziale fermo, la qualità del suo gioco è a livelli inaspettati e il suo nuovo ruolo ne ha mostrato tutti i migliori pregi. Sta semplicemente guidando una squadra in missione con prestazioni incredibili sia dal punto di vista offensivo che difensivo, dimostrandosi ormai molto più decisivo e condizionante da ala forte come pensavano il suo coach e il suo gm, rispetto che ad ala piccola.

Giocatore flop: Ty Lawson. Che non fosse un acquisto lungimirante da parte dei Rockets era perlomeno evidente dalla partenza, ma se ne facciamo una questione generale, le sue caratteristiche da “pompatore di pallone” non si sposano assolutamente con quelle del leader James Harden. Farlo giocare lontano dalla palla come successo in alcune situazioni è perlomeno avventato vista la sua scarsa pericolosità off the ball. E’ vero che l’inizio dei Rockets non è assolutamente solo colpa sua, ma di certo la presenza sul campo non aiuta la circolazione e la spaziatura di una squadra già in difficoltà.

Rookie: Kristaps Porzignis. Ovviamente le sue cifre non possono essere comparate con quelle di giocatori come Anthony-Towns o Okafor, visto lo spazio e le responsabilità differenti, ma il lettone ha dimostrato in diverse situazioni di valere appieno la scelta con cui è stato portato a casa. Sta producendo cifre ottime pur non essendo obbligato a prendersi delle responsabilità per copione, perché la presenza di Anthony impone una certa quantità di attenzioni e di rifornimenti. Sui due lati del campo può essere un key factor e soprattutto un giocatore con quel movimento di tiro e quell’altezza è difficile da trovare e soprattutto può tornare clamorosamente utile in diverse situazioni al cospetto di squadre perimetrali. E ora, dopo un mese di regular season, i tifosi dei Knicks si sono già dimenticati i fischi e comprano le sue magliette come se non ci fosse un domani.