Team Usa sul trono delle Americhe, anche con le riserve

La nazionale americana si aggiudica la FIBA AmeriCup 2017
05.09.2017 16:01 di Davide Fumagalli Twitter:    vedi letture
Team USA FIBA AmeriCup 2017
Team USA FIBA AmeriCup 2017
© foto di FIBA

Nonostante sia stata una manifestazione senza troppo seguito e soprattutto senza grandi protagonisti, l'edizione 2017 del torneo delle Americhe, ribattezzato FIBA AmeriCup, ha ribadito una grande certezza: quando partecipano, vincono sempre gli Stati Uniti! Infatti Team USA si è presentata alla kermesse svoltasi tra Colombia, Uruguay e Argentina con un gruppo composto da giocatori che militano abitualmente in D-League, la lega di sviluppo della NBA, e guidati da Jeff Van Gundy, promosso a condurre questi ragazzi al posto del commissario tecnico "titolare" Gregg Popovich, ma alla fine la nazionale a stelle e striscie ha conquistato il titolo, anche perchè persino le altre partecipanti si sono presentate con molte importanti assenze visto che non c'erano in palio pass per Mondiali o Olimpiadi.

Fin dall'inizio le favorite erano Team USA e Argentina e inevitabilmente le due formazioni sono arrivate all'atto finale da imbattute: gli americani non hanno mai sofferto, forti della tradizionale superiorità fisica e atletica, mentre l'albiceleste ha dovuto ricorrere a dosi extra di "garra" per battere il Venezuela in volata e il Canada di Heslip e Nicholson in overtime. La Seleccion, senza i vari Scola, Nocioni e Ginobili, si è affidata alla nuova generazione, trascinata dal playmaker Facundo Campazzo, affiancato da Nicolas Brussino e Patricio Garino, ragazzi già nel giro NBA. Terza forza del torneo è stata il Messico di Francisco Cruz e di Jorge Gutierrez, futuro giocatore dell'Aquila Trento, mentre sorprendentemente quarta si è classificata la squadra delle Isole Vergini (terra natia del mitico Tim Duncan), trascinata dall'ex canturino Walter Hodge. Hanno deluso invece l'Uruguay di Jayson Granger, Esteban Batista e Bruno Fitipaldo, il Canada e il Brasile, fuori nella prima fase.

Ma torniamo alla finale, tra Stati Uniti e Argentina. La Seleccion ha dominato per larghi tratti, ha toccato il +20 sul 48-28 e sul 54-34, ma poi è arrivata la rimonta di Team USA che hanno impattato sul 58-58 e poi sono anche andati a +7 (70-63). Il finale è stato tirato, Laprovittola ha avuto il pallone del pareggio a 8 secondi dalla fine sul -3 ma ha fallito e così gli Stati Uniti, anche in versione decisamente rimaneggiata, hanno vinto 81-76 conservato un'imbattibilità che dura da quasi un decennio nelle varie competizioni. Americani trascinati dal semi sconosciuto Jameel Warney, 23enne ala dei Texas Legends, un veterano della lega di sviluppo, che è stato anche eletto MVP della Fiba AmeriCup a quasi 13 punti e 9 rimbalzi di media. Warney è stato inserito nel miglior quintetto della manifestazione col compagno Darrun Hilliard, visto in maglia Detroit Pistons, al messicano Francisco Cruz, e agli argentini Campazzo e Brussino, quest'ultimo autore di 26 punti nella sfortunata finale.

"E' stata una competizione importante e un'esperienza importante per i nostri ragazzi. Per sempre saranno ricordati come vincitori di una medaglia d'oro con la nazionale americana", ha detto Jeff Van Gundy, coach dalla lunga esperienza NBA che proseguirà nelle vesti di ct anche nelle qualificazioni alla Coppa del Mondo 2019. Già perchè questo gruppo di ragazzi, di cui fanno parte anche alcuni elementi dal passato importante come Kendall Marshall, playmaker mancino esploso nei Lakers di D'Antoni prima di tornare nel dimenticatoio, e Marshall Plumlee, fratello piccolo e con meno talento rispetto ai più noti Miles e Mason, torneranno in campo con la nazionale americana per conquistare un posto ai Mondiali, consapevoli però che poi lasceranno spazio agli assi della NBA come Kevin Durant, Kyrie Irving e, perchè no, LeBron James e Stephen Curry.

Su questo tema si è espresso nei giorni scorsi Ettore Messina, ct dell'Italia e assistente allenatore ai San Antonio Spurs: "Gli USA hanno vinto i Panamericani con Jeff Van Gundy in panchina e 12 giocatori che faranno pure le qualificazioni e a cui poi verrà detto 'andate a casa perché siete scarsi. E tu coach sei bravo, ma ora allena Popovich'. Ma è una roba normale? Di cosa stiamo parlando?". Parole forti che avranno eco anche aldilà dell'oceano ma che non sono una novità assoluta perchè pure negli uffici di USA Basketball sanno come funziona. E in ogni caso questi ragazzi vanno esaltati perchè non basta avere scritto USA sulla maglia per vincere: loro sono scesi in campo e hanno tenuto alto l'onore della pallacanestro a stelle e striscie. Bravi.