Serie A awards: il meglio ed il peggio del campionato alla decima giornata

Un terzo del campionato in archivio ed è tempo di primi bilanci: vediamo chi ha stupito, in negativo ed in positivo, nella nostra Serie A
28.11.2019 18:11 di Paolo Terrasi Twitter:    vedi letture
Serie A awards: il meglio ed il peggio del campionato alla decima giornata
© foto di Twitter Virtus Bologna

TOP

Virtus Bologna: le Vu Nere sono state una forza inarrestabile in questo inizio di campionato, con soltanto due sconfitte in Europa e nessuna finora in Serie A. Teodosic guida una squadra solida e profondissima, pronta a recitare una stagione da protagonista sotto la guida di Djordjevic. 

Fortitudo Bologna: il rendimento dei cugini dei Virtussini è una vera e propria sorpresa. La F, imbattibile in casa, vale Final Eight e coppa italia, un traguardo impensabile per una neopromossa fino a poco tempo fa.

Brindisi: i pugliesi erano chiamati a gestire una stagione potenzialmente complicata, con l’impegno europeo come possibile distrazione. Mentre la campagna in champions non è stata continua, Brindisi è attualmente una delle maggiori forze del campionato, con un candidato MVP nelle sue fila. 

Dinamo Sassari: i finalisti erano chiamati alla riconferma in campionato ed a migliorarsi in Europa, col salto dalla Europe Cup alla Champions. Pozzecco e soci non hanno deluso le aspettative, tradendo qualche inciampo occasionale ma dando grandi dimostrazioni di forza.

FLOP

Trieste: ha battuto Sassari (a casa loro) e Brescia, ma perso tutte le partite alla sua portata. I problemi economici sono forse alle spalle ma ci sarà da correre per salvarsi con maggiore tranquillità. 

Pesaro: mai partita così male, nonostante i limiti dati da infortuni e scelte lente di mercato. Dovrà fare un’impresa, con una squadra giovane e inesperta

Pistoia: a partite coraggiose affianca troppe rese incondizionate. I toscani non mostrano grandi chance di crescita, a meno di cambiamenti radicali come il passaggio al 6+6. 

Trento: da possibile contender a fuori dai playoff. La parabola dell’aquila, alla fine dell’era Buscaglia, è stata frastagliata, con un roster pieno di ottime individualità finora incapace di trovare la giusta quadra.