"Warrior" il libro di Sergio Cerbone sul ritorno in vetta di Golden State

Un racconto di vita e sport che ha visto un ragazzo italiano riportare il titolo a San Francisco dopo quarant'anni.
13.12.2015 17:03 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
"Warrior" il libro di Sergio Cerbone sul ritorno in vetta di Golden State
© foto di Sergio Cerbone

Oggi presentiamo un libro fresco d'uscita e lo facciamo sia per la bellissima storia che c'è dietro, con una scelta di vita e di sport molto forte. Sergio si trasferisce a San Francisco, suo obiettivo sin da giovane e unisce all'esperienza personale anche lo sport, con la presenza contnuativa vicino alla squadra che poi diventerà campione NBA proprio davanti ai suoi occhi. I golden State Warriors. Lo abbiamo intervistato e ci ha raccontato un pò di retroscena sul suo libro.


- Innanzitutto chi è Sergio Cerbone?
Sono un ragazzo nato e cresciuto a Milano ma con il sogno di trasferirsi negli Stati Uniti. Con tenacia e fortuna, nel 2013 riesco a trovare un lavoro a San Francisco. Una volta messo piede in America, ho capito che volevo vedere e raccontare l’NBA da vicino e cosi', mi sono inventato un modo per “infiltrarmi a bordo campo”.
 

- Quando e come nasce l’idea per “Warrior” il tuo libro?
I Warriors dominano e vincono gara 3 della finale della Western Conference contro Houston. E’ li’ che ho cominciato a realizzare: se vincono anche in finale fanno la storia (40 anni dopo il loro ultimo successo). Pensai a tutti gli aneddoti da “giornalista infiltrato a bordo campo NBA” raccolti per piu’ di un anno e decisi che valeva la pena mettere giu’ qualcosa che assomigliasse a un libro ed ecco nascere “Warrior. Milano-San Francisco con titolo NBA”


- Oltre a un obiettivo personale, sappiamo che hai anche uno scopo benefico, sempre legato al basket. Quale?
Sono stato molto colpito dalla missione di SlumsDunk.org un’associazione Onlus con lo scopo di migliorare le condizioni di vita dei bambini che vivono nella aree economicamente e socialmente degradate del mondo promuovendo l'educazione ai life-skills attraverso la pallacanestro. Ho pensato quindi che con il libro, avrei potuto dare un piccolo contributo.


-La prefazione di Flavio Tranquillo è un fiore all’occhiello, perché hai voluto lui?
Con Flavio siamo in contatto da un po’ perche’ gli gestisco il suo sito web personale. Poi e’ stato bello incontrarlo dal vivo sui campi della Oracle e della Quicken Loans Arena, teatri delle finali NBA e volevo fissare questo ricordo. Con il suo nome in copertina, ha reso possibile definirlo un libro a tutti gli effetti.


-Racconti la tua storia di vita a San Francisco, ovviamente legata al basket. Qual è il ricordo di pallacanestro (singolo giocatore o situazione) che più ti ha impressionato?
Ray Allen. Per lui sono andato alla Oracle Arena 5 ore prima della palla a due. Volevo a tutti i costi, vederlo tirare in riscaldamento da vicino. La sua meccanica e’ poesia pura, un sinuoso ripetersi di movimenti perfetti e sempre uguali. Da appassionato di basket e’ stata un’esperienza surreale.


-E il miglior ricordo che hai avuto “a bordo campo”?
Pete Myers. All’epoca era assistant coach di Mark Jackson ai Warriors.
Ero seduto a bordo campo ad assistere al riscaldamento di Curry, ma non c’era ancora molta gente alla Oracle Arena. Mi sento chiamare da lontano: “Hey italiano”. Allora mi avvicino e cominciamo a parlare della squadra, della sua esperienza da giocatore a Cantu’ e di quando gioco’ con Michael Jordan. Poi mi ha lasciato anche il suo numero di cellulare dicendomi di chiamarlo ogni tanto. Queste cose, succedono solo in America...


- Non è da tutti fare una foto col trofeo di campione, come hai vissuto tu e la città questa vittoria tanto attesa?
Beh io benissimo, tant’è che ci ho fatto un libro. Ora i Warriors sono conosciuti e rispettati da tutti e la Bay Area non è più solo la casa dei Giants (di baseball) e dei 49ers (del football).


-Dacci tre motivi per comprare e soprattutto leggere il tuo libro.
Perchè parla dei Warriors la squadra piu’ forte dell’NBA che sta continuando a macinare vittorie e record.
Perchè ci sono aneddoti che riguardano anche i playground americani vissuti in prima persona o quella volta che intervistai Kobe Bryant in italiano.
Perchè acquistandolo si contribuisce ad aiutare i bambini piu’ sfortunati che non hanno avuto la possibilita’ di scegliere come me, di andare all’oratorio a giocare a basket con gli amici.


- Se fanno il repeat gli Warriors ci sarà un volume due?
Per come stanno giocando, ci sarebbe la possibilità anche di un volume tre. Ma credo che alcune cose abbiano senso se fatte una volta sola, anche se mai dire mai... 

Segui i racconti di Sergio, sulla sua pagina Facebook dedicata al libro

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