Final Eight 2017: un primo passo verso la risalita del basket italiano

Cosa ci ha lasciato l'appuntamento di Rimini, non solo in campo
21.02.2017 14:41 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
Final Eight 2017: un primo passo verso la risalita del basket italiano
© foto di Alessia Doniselli

Esulando dalle frasi dette da alcuni dirigenti, il basket italiano non sta vivendo certamente uno dei periodi più splendenti della sua storia. Anzi, se vogliamo vedere è proprio il contrario: squadre non competitive in Europa, palazzi arretrati, società fallite ed anche clamorosi autogol, come giocare la gara decisiva per lo scudetto, in contemporanea con l’esordio dell’Italia calcistica agli Europei. Non si può avere la bacchetta magica e risolvere tutto in poco tempo, ma certamente si può provare ad invertire la rotta. E quello che è stato fatto a Rimini si può considerare un primo passo avanti.

La Final Eight 2017 è stato l’evento migliore da un po’ di anni a questa parte. E non parliamo del campo, dove comunque c'è stato un equilibrio probabilmente mai visto, ma di quanto è avvenuto attorno. La Coppa Italia è stata (finalmente) davvero un evento, un Basket Festival come è stato chiamato dagli organizzatori. Gli stand all’esterno dell’arena principale (a cui si poteva accedere anche senza biglietto) sono stati apprezzati da tifosi ed addetti ai lavori: tantissima gente si è incuriosita ed ha giocato a biliardino, comprato una maglia o fatto un tiro a canestro.

Abbiamo visto famiglie, bambini e tifosi di tutte le squadre mischiarsi, senza il minimo problema di ordine pubblico, nonostante in campo qualche momento di tensione ci sia anche stato. La decisione di giocare in campo neutro è stata vincente, così come quella di utilizzare un palazzo da 5.000 posti: è questo lo standard attuale del nostro basket, inutile paragonarci ad una Spagna avanti anni luce al momento. In questo modo, si è giocato in un impianto abbastanza pieno e con un’atmosfera calda, senza vedere quegli inevitabili vuoti andando in un palazzo da 10.000, impossibile da riempire. Quello deve essere l’obiettivo per il futuro, ma è attualmente impraticabile, anche per l’assenza di squadre e tifoserie storiche dalla massima serie.

Non è mancata qualche nota negativa: la gara del tiro da 3 punti e delle schiacciate in questo format non ha molto senso, va fatta nel mezzo dell’evento (magari tra le due semifinali) e cercando di convincere i giocatori più rappresentativi. Altre cose migliorabili erano l’assenza di manifesti pubblicitari a Rimini città sull’evento, così come la lontananza della sala stampa dal campo (non solo per i giornalisti, ma anche per gli allenatori) o il funzionamento saltuario del play by play. Ma, come dicevamo, questo deve essere un primo passo. Per un basket italiano migliore.