New Orleans Pelicans sul 2-0, ma la stella non è (solo) Davis

New Orleans mette gli occhi sulle semifinali di Conference, grazie alle super prestazioni di Anthony Davis, ma non solo
18.04.2018 18:31 di Paolo Terrasi Twitter:    vedi letture
New Orleans Pelicans sul 2-0, ma la stella non è (solo) Davis

Spesso e volentieri (quasi sempre), quando si parla dei punti di forza dei New Orleans Pelicans, il primo indiziato è Anthony Davis. Ciò è assolutamente dovuto, specie nella serie contro i Portland Trail Blazers: approfittando del suo talento e della mancanza di risposte avversarie in marcatura (troppo lento Nurkic, troppo piccolo Aminu) l’ex Kentucky sta facendo soffrire pesantemente coach Stotts, come testimoniano i 28.5 punti, 13.5 rimbalzi e le 3 stoppate di media che sta tenendo nella serie il numero 23. 

Ma mentre era quasi scontato un contributo del genere della ex prima scelta al draft 2012, ciò che non era scontato era che avrebbe ricevuto ampio supporto dai suoi compagni, che lo hanno aiutato a guadagnarsi le prime due vittorie nella post-season della sua giovane carriera. Le triple di Mirotic, gli assist e le giocate decisive di Rondo, la difesa di Moore sono stati fattori determinanti nei primi due capitoli della serie al Rose Garden, ma Jrue Holiday è riuscito a fare tutte queste cose insieme: 27 punti di media, con 5 rimbalzi e 5.5 assist sono notevoli, ma dopo una Gara 1 molto positiva, in cui si è preso i riflettori con la stoppata su Connaughton nei secondi finali, l’ex Sixers è esploso letteralmente in gara 2, conclusa con 33 punti, 9 assist, 3 rimbalzi, ed un 14/24 al tiro che non ha comunque inficiato il suo rendimento difensivo. 

Già, la difesa: Holiday sta mettendo la museruola a Damian Lillard, che ha perso due palloni e tirato con 0/4 in gara 2, quando si è ritrovato marcato dal numero 11, mentre i Blazers sono 6-24 contro di lui nella serie. Numeri da capogiro, che sono certificati dalle dichiarazioni di avversari (Lillard: uno dei migliori difensori sul perimetro; McCollum: Un giocatore molto bravo, che passa sotto silenzio a causa dell’ombra di Davis) e compagni (Rondo: è fantastico, riesce a migliorarmi quando mi alleno contro di lui). 

Una rivalsa meritata, per un giocatore di qualità ma dalla personalità schiva ed umile, che tende ad evitare i riflettori nella buona e nella cattiva sorte: dopo aver superato infortuni vari gravi problemi familiari nel 2016, Holiday è tornato a focalizzarsi sul campo, in serenità, diventando una risorsa essenziale per questi Pelicans, che pur senza DeMarcus Cousins mirano all’upset.