E' un'Olimpia da playoff, ma quel 7-8 lascia qualche rammarico

Sette vittorie e otto sconfitte: così si è chiuso il girone d’andata di Eurolega dell’Olimpia Milano. Dopo due anni in cui i biancorossi erano già ampiamente fuori dai giochi a questo periodo dell’anno, è sicuramente un deciso passo avanti, seppur non manchi un po’ di amaro in bocca. La splendida partenza 6-2 aveva forse illuso un po’ troppo tutto l’ambiente, ma il successivo 1-6 non rispecchia le potenzialità di un gruppo che poteva avere almeno un paio di vittorie in più, pensando alle sconfitte con Gran Canaria, Bayern, Zalgiris e Maccabi. Tutte partite alla portata dell’AX.

La prima parte della massima competizione continentale racconta di una squadra ampiamente in corsa per i playoff e con tutte le carte in regola per giocarsela fino all’ultima giornata, senza dimenticare la pesante assenza di Nedovic in più della metà delle gare giocate. Resta il dubbio manchi davvero un giocatore per fare il definitivo salto di qualità, quel 4/5 di cui ha parlato Pianigiani alla vigilia della stagione, con cui i tricolori potrebbero avere quell’arma in più sui due lati del campo, visto l’utilizzo pari praticamente a zero di Burns nelle partite continentali, nonostante dei segnali di crescita di Kuzminskas e Brooks nell'ultimo periodo.  

Due gli aspetti in cui Milano dovrà principalmente crescere per centrare l’obiettivo: in primo luogo la difesa. Sono infatti troppi i quasi 90 punti concessi nelle otto sconfitte, anche se il gioco biancorosso porta ad aumentare il numero di possessi e quindi anche le opportunità per gli avversari. Poi la capacità di mandare al tappeto gli avversari, quando c’è la possibilità. Un po’ come accaduto ieri (e non solo): +5 nel quarto periodo, momento di difficoltà per il Maccabi, con l’occasione di dare una scossa alla partita, compromessa da una banale palla persa sulla rimessa. Aspetti sicuramente migliorabili, per conquistare dei playoff alla portata dei tricolori.

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