L'orgoglio dei Celtics ed una grande rimonta: così Cleveland va ko

Una ripresa magica sia per le percentuali in attacco che per quelle concesse che permette a Boston di recuperare almeno uno dei due "break" subiti
22.05.2017 20:32 di Domenico Landolfo   vedi letture
L'orgoglio dei Celtics ed una grande rimonta: così Cleveland va ko

Doveva essere una pratica già chiusa, il +21 di inizio terzo quarto sembrava l'ultimo chiodo della bara di una serie in cui Boston non doveva avere nulla a che fare: quando la tripla di Bradley rimbalza beffarda sul ferro, prima di imbucarsi sul suono della sirena, ci si rende conto che il Celtics pride è qualcosa che prescinde il talento, che non siti può spiegare. Abbiamo una serie e si ritornerà comunque al TD Garden almeno per gara 5. L'infortunio di Thomas era stato solo l'ultimo di una serie di sfortunati eventi che erano coincisi nel +44 di gara 2.

La gara della Quicken Loans Arena è stata spaccata in due con un primo tempo in cui la già palesata superiorità di Cleveland non si è fatta mancare, mentre la ripresa, dopo qualche minuto di stallo, ha visto la difesa di quelli in maglia verde prendere il sopravvento, con LeBron che non messo punti a referto tra fine terzo quarto e sirena finale del match. Che dire di Kevin Love? Il lungo sta tornando, almeno in queste ultime gare, quel giocatore dominate dall'arco dei tre punti che ai tempi di Minnesota era stato più volte tra i migliori realizzatori della lega. Nella sua gara c'è però oltre i punti, che scavano il solco nel primo tempo: assist, come quello da quarterback che imbecca Lebron per chiudere il primo tempo, o la grande verve a rimbalzo offensivo, che con un tap in sporco nel finale andava a regalare un nuovo vantaggio ai Cavs.

E che dire di Irving, che nella giornata in cui Lebron, come nostro Signore al settimo giorno, si riposa, che si mette al servizio della squadra o dei compagni, ora con gli assist, ora con quei jumper privi di qualsivoglia logica. Nel momento di difficoltà, nel finale di gara è lui che prima serve una palla col contagiri a J R Smith per la tripla, poi spezza un raddoppio e arriva al ferro sfruttando i suoi mezzi atletici per l'ultima parità del match prima del buzzer che chiude la sfida. Cleveland ha da recriminare a se stessa l'incapacità di riprendere l'inerzia della gara nonostante il meraviglioso comeback dei Celtics, perché poi la sconfitta è un episodio magari per come arriva, ma non per quell'elettroencefalogramma piatto tra terzo e quarto periodo che regala fiducia a Boston. Smart è stato il vero eroe da copertina dell'incontro. Ruolo da titolare finalmente, non più gregario e tante responsabilità per uno che non ha problemi in contropiede ad arrestarsi e tirare da tre senza paura, mettendola con continuità. La sua best performance nel mondo Nba è un chiaro segnale ai suoi, che si risollevano con l'apporto di tutti, ma prima ancora col sacrificio in difesa che Stevens chiede ai suoi.

Crowder è un fattore, Horford si fa trovare pronto quando serve, mettendo una tripla - che l'instant replay ingiustamente non riqualifica come long two - che nel finale sposta la bilancia, poi gli altri: Olynik ne mette 15 pesanti ma ancor di più Jerebko, tolto dalla ghiacciaia, che va con un piazzato dal medium range che regala il +2, prima del già citato pareggio di Irving. Non so cosa Stevens, prima dei 10" finali che portano alla bomba di Bradley, possa aver detto aiche suoi ragazzi, ma quello che ne esce fuori è un capolavoro di geometria, blocchi e spaziature, che porta a un tiro pulito anche se non propriamente semplice. Boston ha mostrato perché è la numero 1 a Est, stando a quello che la classifica ha recitato in regular season, e con questa vittoria getta il guanto di sfida ad una rivale che finora era imbattuta nei playoff. Dato statistico da non sottovalutare è che mai, in 49 precedenti apparizioni, la squadra di LeBron James che andava sopra di 20 in gare di playoff aveva poi perso la gara, ma si sa che i record sono fatti per essere battuti.

Unico e ultimo dato significativamente apprezzabile, anche in vista del prossimo atto della serie, è che i Celtics per un media di 41 minuti hanno avuto sul campo gli stessi 4 giocatori, con una rotazione che sarà stata sì allargata, ma ha coinvolto solo un giocatore, Johnson, con gli adeguamenti del caso al quintetto. Per una squadra che ha già sul groppone due serie combattute e che ha perso un esterno, questo è un handicap non indifferente, laddove Cleveland ha dalla sua un roster profondo e che stanotte ha potuto veder "riposare" - più correttamente limitare il minutaggio - tanti suoi piccoli pezzi che potranno tornare più carichi che mai in vista del quarto atto della serie.