La delusione degli azzurri: “Ci siamo messi troppa pressione"

Le parole di Melli, Filloy e Messina, dopo il ko contro la Germania
05.09.2017 20:14 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
La delusione degli azzurri: “Ci siamo messi troppa pressione"
© foto di Foto Fiba

Una grande delusione: si legge negli occhi degli azzurri, tra zona mista e sala stampa. La sconfitta con la Germania non compromette l’avventura italiana ad Eurobasket 2017, ma è un colpo molto pesante. Nessuno si aspettava una prestazione del genere, dopo le prime tre gare più che positive: “Abbiamo meritato di perdere - le parole di Nicolò Melli, uno comunque dei migliori - in attacco non ci siamo mossi bene e non abbiamo mosso la palla, commettendo troppi errori banali. Ci siamo messi da soli addosso una pressione di cui non avevamo bisogno, eravamo molto contratti”.

Da questo parte Ettore Messina, nella sua analisi con la stampa italiana, pur non avendo troppa voglia di parlare: “Devo aiutare a calmarli. Abbiamo giocato senza nessun controllo mentale la partita, voglio parlarne con loro”. Sulla gara: “C’è stato un senso di fretta sin dal primo secondo. Abbiamo servito soli 8 assist, ma noi siamo una squadra che cambia lato della palla, va prima dentro e poi fuori - ha proseguito - Non abbiamo avuto nessuna disciplina di gioco”. La cosa migliore di oggi? "Le cheerleader". Ma, il ct invita a guardare avanti: “Ormai è andata, non è il caso di fare processi. Pensiamo a domani e basta”.

Quando, se la Georgia non batterà Israele, ci sarà una partita da dentro o fuori: “Possiamo e dobbiamo fare molto meglio - ha detto Ariel Filloy, il migliore azzurro senza dubbio - c’è una gara decisiva”. Magari provando a non abusare troppo del tiro da fuori: “Abbiamo forse insistito troppo con il tiro da 3, anche se è quello che stiamo facendo da tutto il torneo - chiude il campione d’Italia con Venezia - Potremmo coinvolgere di più i lunghi, anche per attirare la difesa e buttare la palla fuori”. L’importante sarà trovare il modo di vincere, per prendere quel benedetto volo per Istanbul. 

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