Moss: "E' una Milano da Final Four. Ma con Brescia voglio batterla"

Intervista al grande ex della sfida dell'ora di pranzo al PalaGeorge
22.10.2016 11:08 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
David Moss
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David Moss
© foto di Alessia Doniselli

Tornata da Istanbul, l’Olimpia Milano sta già preparando il prossimo impegno: domani all’ora di pranzo sarà in campo al PalaGeorge di Montichiari, contro la Leonessa Brescia. Dall’altra parte del campo ci sarà David Moss, un protagonista dello scudetto 2014 griffato Armani ed uno dei giocatori più apprezzati dal pubblico milanese negli ultimi anni. Noi di Basketissimo l’abbiamo intervistato, per parlare di questa partita, delle sue sensazioni e dei suoi ricordi in maglia biancorossa.

Domenica affronterai Milano, immagino sia una partita particolare, contro la squadra con cui hai vinto l'ultimo scudetto. Quali sono le tue sensazioni?
E’ sicuramente una partita speciale. Ho grandi ricordi degli anni a Milano, ma quando si entra in campo, ho sempre la stessa mentalità in ogni gara: dare il massimo possibile per ottenere la vittoria. E’ una partita di basket ed ho lo stesso approccio, indipendentemente dall’avversaria, che sia Milano, Avellino o un’altra squadra”.

Sei passato da una metropoli come Milano ad una città più piccola come Brescia, cosa ti ha spinto a vestire la maglia della Leonessa l'anno scorso e poi a decidere di restare anche in questa stagione?
La città che mi manca è Chicago, casa mia. Per il resto ho giocato in tante belle città italiane: Milano è più grande, mentre Bologna e Siena più piccole, ma con grande atmosfera. Ho scelto Brescia perché l’anno scorso abbiamo fatto qualcosa di speciale, andando ai playoff e vincendo il campionato. E’ una nuova sfida e c’è la possibilità di migliorarsi, facendo ancora qualcosa di importante. Ho vinto cinque campionati, per me affrontare nuove sfide è fondamentale”.

L'obiettivo principale di Brescia è la salvezza, credi la squadra possa ambire anche a traguardi più importanti?
Ho parlato con il presidente a fine scorsa stagione ed abbiamo la stessa ambizione. Non giocare solo per restare in Serie A, pur essendo un obiettivo importante, ma nella mia carriera ho sempre cercato qualcosa di più, di alzare un po’ l’asticella. Penso che con il lavoro nel corso della stagione, possiamo provare a raggiungere i playoff. Ci sono squadre con maggiore talento e maggiore esperienza, ma si gioca sempre cinque contro cinque e nulla è scontato”.

Milano è già sola al comando della classifica: credi sia davvero imbattibile in Italia come si dice?
Nessuno è imbattibile. Ci sono molte cose che possono succedere ed essere fattori nel corso della stagione. Con Siena abbiamo fatto delle stagioni storiche, perdendo solo due o tre partite, ma qualcuna l’abbiamo comunque persa. Tutto è possibile: nell’ultimo anno a Siena siamo partiti dal quinto posto, non eravamo la squadra favorita ed abbiamo vinto lo scudetto, oppure penso a quando Dallas ha vinto il titolo NBA. Milano è una squadra forte, credo chiuderanno in testa, ma nessuno può essere certo al 100% di cosa accadrà”.

Cosa dovrete fare domenica per mettere in difficoltà Milano e provare a vincere la partita?
Prima di tutto dovremo avere dentro di noi una carica speciale per questa partita, poi iniziare subito con il giusto approccio. Loro hanno una rosa lunga e piena di talento, noi non abbiamo la stessa qualità, ma dovremo essere in grado di sfruttare al massimo le opportunità che ci concederanno e fare attenzione ad ogni piccolo dettaglio. Mettendo in campo le qualità di tutto il resto della stagione: restare uniti, giocare di squadra e lottare”.

A che punto pensi possa arrivare Milano in Eurolega?
Milano ha una squadra lunga e talentuosa, con elementi di esperienza in Eurolega, unita a giovani affamati di mostrare il loro valore: vedo un bel mix di giocatori. Mi ricorda un po’ il mio primo anno a Siena, quando arrivammo alle Final Four. Non vedo perché non possano farlo anche loro. Ovviamente sarà dura, servirà la giusta chimica ed altri fattori, ma hanno l’opportunità di vivere un anno speciale in Europa”.

Sei rimasto legato a qualcuno in particolare a Milano della squadra o della società?
Gentile è un mio amico, così come coach Cancellieri e Fioretti. Giustino (Danesi, ndr) è un ragazzo speciale, mi manca e mi ha aiutato molto nel corso della mia carriera in Italia. Ma anche altri giocatori di quei due anni, come Bruno. Sarà bello ritrovarli, in una grande atmosfera come quella del PalaGeorge”.