Portaluppi, la Coppa 20 anni dopo: "Quanto si soffre da dirigente…"

L'attuale general manager era in campo nel 1996, quando l'Olimpia vinse l'ultima Coppa Italia prima di quella di domenica
23.02.2016 09:43 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
Portaluppi, la Coppa 20 anni dopo: "Quanto si soffre da dirigente…"
© foto di Foto RCS/Ciamillo

L’Olimpia Milano torna a sollevare la Coppa Italia, dopo 20 anni. L’ultima volta era accaduto nel 1996 ed in campo c’era Flavio Portaluppi, che ora è il general manager dell’EA7-Emporio Armani ed è l’unico rappresentante di quella Stefanel (poi anche campione d’Italia) attualmente ancora nella società biancorossa. Una soddisfazione e, soprattutto, una sofferenza differente per il ‘Lupo’: noi l’abbiamo intervistato, per conoscere le sue sensazioni, dopo l’atteso trionfo.

Verrebbe da dire, finalmente…
E’ stata una tre giorni molto intensa, penso abbiamo espresso una bella pallacanestro nell’arco di tutte e tre le partite. Le prime due si sono chiuse con un punteggio più ampio, in finale siamo stati avanti 40 minuti, ma Avellino ha dimostrato ancora una volta di essere una squadra competitiva, non hanno mai mollato ed hanno messo molta fisicità e, quindi, è sempre stata una partita mai chiusa definitivamente. Sarà un’antagonista difficile, ma noi abbiamo dimostrato che stiamo facendo progressi, inserendo dei giocatori, già in modo positivo”.

Qual è il segnale principale che arriva da questa vittoria?
Tutti hanno dato un contributo importante per la squadra e questo è il segnale che esce da questa competizione. Abbiamo giocato in maniera corale offensivamente ed in difesa di squadra”.

Venti anni fa eri in campo, ora nello staff dirigenziale. Quali sono le differenze?
Da dirigente si soffre molto di più, perché non c’è modo di sfogare le tensioni. Ti tieni tutto dentro per i 40 minuti della partita e per i giorni precedenti, mentre i giocatori sono in campo ed hanno la possibilità di fare belle giocate e, magari, anche di arrabbiarsi, potendosi così sfogare. Poi, da quando ho intrapreso questa carriera dirigenziale, ho apprezzato di più che a vincere sia un gruppo e non un giocatore singolo. La vittoria è la somma del lavoro di tutti quanti”.

Una delle chiavi è stato l’approccio sempre positivo, senza quel timore e quell’eccessiva tensione vista negli anni passati
L’approccio molto aggressivo, soprattutto in chiave difensiva, è stato fondamentale. Anche in finale siamo partiti molto bene, concedendo solo 11 punti nel primo quarto, poi è una pallacanestro offensiva che sprigiona tutta l’energia che riusciamo a creare nella metà campo difensiva, in velocità. Per due partite e mezza si è vista la pallacanestro che il coach chiedeva, poi è subentrata forse un po’ di stanchezza per le tre partite in tre giorni”.

Se Sanders è stato MVP della finale, uno dei migliori (se non il migliore) della manifestazione è stato Andrea Cinciarini. Una bella dimostrazione, dopo un inizio di stagione difficile
Mi fa un grande piacere per Andrea, ha giocato un trofeo in maniera importante. Nel momento in cui abbiamo inserito un altro playmaker non si è demoralizzato, ma sta dimostrando di avere leadership e maturità. Detto questo, però il bello di questa squadra è difficile parlare di un solo giocatore, ti cito ad esempio il capitano Gentile che, la settimana prima di Pistoia, ha provato per vedere se poteva riuscire a dare un contributo”.

Poi c’è Bruno Cerella, con l’incredibile rientro, il giorno dopo l’operazione
Venerdì era da operare, sabato operato e, 24 ore dopo, era in campo. E’ stato davvero incredibile. E’ solo uno dei segnali dello spirito che contraddistingue questo gruppo”.

Ora l’appetito vien mangiando: questa Coppa Italia deve essere la spinta per provare a raggiungere gli altri obiettivi, cioè Eurocup e scudetto
E’ un trofeo importante, arriva dopo 4/5 mesi, quando le squadre iniziano ad avere la conformazione definitiva. Un segnale importante, una conferma del buon lavoro fatto da un gruppo nuovo e da un allenatore nuovo, che si è trovato ad avere 10 giocatori nuovi, bersagliati un po’ dalla sfortuna con infortuni vari e con l’aggiunta di tre giocatori negli ultimi 20 giorni. Le avversità non hanno scalfito le certezze del gruppo”.