Come i Clippers sono riusciti a prendere Kawhi Leonard e Paul George

Mentre l'NBA cerca ancora di riprendersi dal terremoto con epicentro Los Angeles, con la conclusione de facto della free agency, analizziamo cosa è successo
06.07.2019 19:00 di  Paolo Terrasi  Twitter:    vedi letture
Come i Clippers sono riusciti a prendere Kawhi Leonard e Paul George

Si è fatto attendere quasi una settimana, ma Kawhi Leonard ha, infine, comunicato la sua decisione. Non più i Toronto Raptors, che pur avendo fatto il possibile salutano senza rimpianti il loro MVP, ma neanche i Lakers, stroncando sul nascere i sogni di un trio da favola con Davis James, bensì i Los Angeles Clippers. Leonard torna a casa, ma non è da solo: con lui anche Paul George, ottenuto via scambio da Oklahoma City, cedendo un pacchetto storico contenente cinque prime scelte ai prossimi draft (tre dei Clips e due di Miami, soltanto due con protezioni) insieme al promettentissimo Shai Gilgeous Alexander ed al contratto in scadenza dell'ex Olimpia Danilo Gallinari. Ma come siamo giunti a tutto questo?

Poco prima che Kevin Durant annunciasse la sua intenzione di andare ai Brooklyn Nets, il numero 35 aveva ricevuto una chiamata. Era proprio Leonard, che già sei giorni fa covava l'idea di andare in California, sponda Clippers, con un'altra stella. I grandi piani di Jerry WestLawrence Frank, e Doc Rivers, avevano creato una signora squadra, tra grandi flessibilità salariali ed opzioni, ma al nativo di San Diego questo non interessava: cercava una seconda stella, e naturalmente, il suo primo pensiero è stato l'ex Golden State, probabilmente il miglior giocatore della lega al momento, sebbene infortunato. L'ex Thunder, secondo fonti a lui vicine, ha esitato, ma ha alla fine tenuto fede alle sue promesse e si è accasato a Brooklyn. La sua seconda chiamata, è stata per il sostituto di Durant ai Thunder, ossia George. 

L'ex Indiana (che, ironia del destino, draftò Leonard, ed avrebbe potuto avere il duo tra le sue mani già nel 2011) ha esitato a sua volta: meno di un anno fa aveva annunciato il suo max salariale con i Thunder, con tanto di sigari, promesse di "unfinished business" da sistemare, e nonostante due eliminazioni consecutive al primo turno, il numero 13 accanto a Russell Westbrook si è trovato bene, e fino alla chiamata di Leonard non sembrava minimamente intenzionato ad abbandonare la nave. PG13 ha visto tuttavia la chance di una vita intera davanti i suoi occhi: giocare in una franchigia solidissima, accanto ad un talento generazionale ed irripetibile con cui si completa alla perfezione, il tutto a pochi minuti di strada da casa sua. Per questo, nella giornata di Martedì, il tutto nel segreto più totale, George ha chiesto di essere scambiato al GM Sam Presti. Presti, pur essendo preso alla sprovvista, e dovendo sconfessare il duro lavoro compiuto negli ultimi due anni per prendere George, e poi convincerlo a rimanere, ha fatto la scelta che riteneva necessaria: I Thunder erano bloccati, nel limbo della competitività ma con un salary cap completamente intasato e lontani ad ogni modo dall'elitè della lega, ed ha premuto il grilletto. 

Una possibile opzione era stata di intavolare uno scambio con i Toronto Raptors, includendo anche Westbrook, per Siakam: il terrore da parte dei Clippers di perdere questa chance, unito al terrore di vedere Leonard approdare eventualmente ai Lakers, ha spinto i Clippers a formulare l'offerta monstre, impareggabile dai canadesi, per ottenere George. Di fatto, è stata una trade per ottenere entrambi: ipotecare un lustro del proprio futuro per avere una seria chance al titolo è una mossa che nella NBA contemporanea viene sempre messa in discussione. I Clippers, dopo un lavoro certosino di costruzione, accumulo di scelte, e condizioni ideali, hanno premuto il grilletto a loro volta, passando da squadra ideale a favorita (fino al ritorno di Durant dall'infortunio) in una notte. L'alchimia tra Leonard è George è sulla carta automatica, ed il complemento, con un difensore pauroso come Beverley, un buon tiratore come Shamet, e due finte riserve come Williams ed Harrell rendono i Clippers una squadra da tenere decisamente d'occhio. Non l'unica, in questa folle estate in this league